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Nell’ultimo periodo il crescente interesse verso questo animale, non solo in senso agonistico e produttivo, ma anche in senso affettivo ed etico, ha posto in risalto l’efficacia delle “terapie alternative” sia nelle problematiche fisiche che comportamentali. 
 Trattandosi di un animale sociale tendenzialmente non aggressivo, esprime nella malattia la sua sofferenza all’isolamento (box singoli, impossibilità di vivere all’aperto e di relazionarsi coi propri simili in spontaneità) e alla vessazione (tecniche di doma coercitive e violente, richieste prestazionali al di sopra delle proprie possibilità, cambi continui di gestione).
L’omeopatia può essere utilizzata nell’ambito delle patologie acute gravi, ad es la colica che sicuramente rimane lo spettro che più incute paura nei proprietari di cavalli per il suo corredo sintomatologico e il possibile esito fatale; nel cronico invece la broncopatia cronica ostruttiva e le varie sindromi dismetaboliche (es: laminite) sono le patologie per cui è spesso richiesto l’intervento del medico veterinario omeopata. 
Anche in ambito ortopedico, dove si fa spesso ricorso all’infiltrazione come terapia , considerando la frequente inefficacia a lungo termine di tale pratica, si sta diffondendo una ricerca più consapevole della causa di queste patologie, spesso legate alla gestione generale del cavallo e alla mascalcia, al fine di rimuoverne le cause, associato ad una terapia omeopatica.
In omeopatia durante la guarigione si assiste a un miglioramento comportamentale dell’animale, in quanto viene stimolato il sistema adattativo individuale alla situazione ambientale, portando tra l’altro, miglioramenti delle performance sportive.
Per facilitare una situazione di equilibrio talvolta si rende necessario  una modificazione della gestione dell’animale, anche se alcuni cambiamenti non sempre sono realizzabili in un contesto agonistico.

L'OMEOPATIA NEL CAVALLO

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